Prepariamo il primo viaggio insieme a Bologna. Google presenta Bologna come una delle tre città italiane più ricercate per “yoga”. Non tanto per il shooting fotografico di Kino MacGregor nel 2014, che ha lasciato i pochi senza fiato, davanti alle performance realizzate in strada. Nemmeno per il lavoro decennale della scuola AYBO di Giuliano e Margherita Vecchiè, che hanno portato a Bologna i migliori insegnanti di Ashtanga Yoga in Vinyasa tali Manju Jois, Mark e Joanne Darby. Ma mi fido di Google che conta chi digita “yoga + nome città italiana” e quindi allievi alla ricerca di informazioni generali, di blog specializzati, di centri yoga locali, di libri, e materiale per la pratica. Dati Google trends al 5 maggio 2017.
La prima tappa per noi è il Santuario della Beata Vergine di San Luca. Ancora prima di chiedere, ringrazio e offro a Dio, i miei successi e i miei fallimenti. Questo luogo, ha per me una storia particolare. Mi era stata indicata da un insegnante di Yoga anche atleta. Un’ora di camminata da Porta Saragozza, sotto un portico che giustifica il riconoscimento Unesco. Il corpo è esso alla prova fisica e mentale, su questo percorso. Prendo il sole, l’aria più fresca, e bevo acqua mangiando qualche mandorle. Il tempo sufficiente a pensare a cosa è diventato lo Yoga. Con spirito di competizione, non ci sono vincenti ma solo vinti dello Yoga. Con spirito di cooperazione, con l’andare nella corrente senza conteollo della mente. Mi sento libera e gusto il mistero di questo Corpo -mente-spirito unico.
Dopo questi esercizi fisici mentali, si va alla ricerca di cibo per l’anima. Ho imparato che il 60% dell’energia al livello fisico, passa tramite le parete intestinali. Il restante tramite quelle polmonari. Per questo motivo, stiamo attenti a resistere alle tentazioni di Bologna la grassa. Mi vengono in mente, Crozza e i suoi sogni ad occhi aperti, sogni di “spuma di mortadella”, “ragù bolognese” tra l’altro unica! ricetta conosciuta da mio marito quando arrivo nel 2001 in Italia. Ah les pates à la bolognaise. Dimenticavo, la sfoglia e il ripieno dei “tortellini di Bologna” in brodo, che mio marito andò in penitenza ad imparare a fare nel 2010.
Si va al macrobiotico, si va sul sicuro. Centrale, dieteo la Stazione. Tutto biologico. A volte mangio con amore solo le verdure cotte e crude. Il cereale è spesso molto cotto. Senza zucchero, senza lattosio. Senza glutine su richiesta, ma non cucinato in ambiente separato. Il té beicha oltre ad essere digestivo è pieno di ferro, calcio e vitamine. La zuppa miso a pranzo ha un forte potere digestivo e fa “buon sangue”. Altri indirizzi per spuntini crudisti io direi, Clorofilla. Per un indiano Taj Mahal. Per kosher, Beit Chabad. E attenta alle combinazioni alimentari e al Ph direi Zazie, la sede bolognese si è sparsa in tutta Italia.
Siamo a Bologna da poco, e incontriamo in un altra mensa vegetariana, Centro nature, ecco poi un’ insegnante Yoga che da poco ha aperto un centro dedicato al Vinyasa, Greta Malecchi, insieme alla sua socia, hanno aperto un centro multidisciplinare che non mi sembra guru centrico. Molto interessante le lezioni di Vinyasa detox, che si presentano come insegnamento di Asana per la salute fisica e di Vita con i Yama e Niyama, ed anche il Moon flow salutation introducendo la cronobiologia nei saluti al sole.
Tra poco tutti gli indirizzi per chi non trova da sé.
english short synospis: In Bologna go by walking to Beata Vergine di Luca under the longest porch in Europe. Pray, breathe and love. Eat in a macrobiotic restaurant to find your center, in the urban center. Practice Yoga in the evening at the right time for your hormonal system in Moon flow salutation.